Saturday, November 25, 2017

MALORDA: Intermondana


MALORDA: Intermondana 


Nonostante sia stato interrotto nel bel mezzo di una "chiamata intermondana" con un vecchio amico "chef pluristellato", il Dottor Malorda cerca di venire incontro alle richieste di una cliente reduce da un pruriginoso equivoco che le è appena costato il posto di lavoro. 

 Scritto, diretto, montato, interpretato e prodotto da Alessandro Fantini 

Musiche di Alessandro Fantini 

Citazioni dal "Paradiso Perduto" di John Milton e la "Divina Commedia" di Dante. 

 Alessandro Fantini è il Dottor Famedio Malorda, il sulfureo esteta dagli oscuri legami di potere a metà tra Lord Brummel e un Ludovico II in acido, protagonista del web-serial in cui tutti i tentativi di scampare al disordine di un sistema senza regole e certezze sono destinati a scontrarsi con la salvifica quanto spietata legislazione del caos.



Saturday, November 4, 2017

Di edonisti e pescegatti nipponici: EDOnism in concorso al Selva Nera film festival di Padova

 

Il giorno fatidico è alfine giunto. 

Questa sera alle 22:40 "EDOnism" verrà proiettato nella sezione concorso della prima edizione del "Selva Nera" fantastic film festival di Selvazzano Dentro, Padova, prima rassegna internazionale del cinema fantastico del Veneto. Un sentito ringraziamento agli audaci e lungimiranti organizzatori Massimo Bezzati e Stefano Bovi, allo staff dell'Arena Games che ospita il festival e a tutti gli "edonisti" che stasera avranno l'occasione di rivivere i fremiti tellurici della grande mente nascosta sotto la coltre di cemento e fibra ottica di Honshu. Grazie anche alla redazione di CinemaItaliano.info per aver dato risalto all'evento.

 Quattro anni dopo essere emigrato a Tokyo insieme alla moglie Sophie, l'esistenza del manager James Hallway è ormai ridotta ad una sequela di sbornie e fallimenti. Alla perdita del lavoro farà seguito di lì a poco quella di Sophie, decisa a rifarsi una vita lontano dalla spirale di autolesionismo che sta risucchiando James. Ma quando dietro il tessuto della realtà cominceranno a balenare visioni che nulla hanno a che fare con le crisi etiliche, ed un coma lo trascinerà in un oblio temporaneo, la verità di una seconda esistenza adombrata dal mito nipponico del Jishin Namazu, il Pesce Gatto che scatena i terremoti, comincerà lentamente a prendere il sopravvento sulla sua quotidianità. Una verità che il suo sisma interiore farà presto condividere a milioni di cittadini.

 
Ambizioso fanta-noir dalle suggestioni “bladerunneriane” girato nella capitale nipponica, nonché secondo capitolo della trilogia de “Le Città della Mente Nascosta” preceduto da “Nepente” ambientato a Roma e seguito da “New York, a venture” filmato a Manhattan (proiettato al “Dobbs Ferry film festival” di New York lo scorso febbraio), “EDOnism” nasce da un’idea di Alessandro Fantini, regista, pittore, scrittore e compositore originario di Atessa, che all’indomani del terremoto dell’Aquila decide di trasporre il motivo del sisma, inteso come tumulto emotivo e relazione misterica tra macrocosmo terrestre e microcosmo umano, in una storia per il grande schermo ambientata in Giappone, terra dove tecnologia, leggende e misteri tellurici offrono lo scenario ideale per imbastire una vicenda sospesa tra realtà e allegoria metafisica. Perché, sebbene l’ispirazione di fondo derivi dall’urgenza di elaborare in chiave artistica lo sgomento provato di fronte alle catastrofi naturali che hanno martoriato l’Abruzzo e il centro Italia, il tema del sisma nel corso del film assume contorni sociologici e proporzioni cosmiche, fino a divenire archetipo metaforico di quell’enigma atavico che lega la specie umana alla terra e all’universo.

 

 Le riprese del film dirette da Alessandro Fantini con la collaborazione del coproduttore Lorenzo Fantini, il line producer Miles Elliott e Lucy King, si sono svolte a Tokyo nell’arco di due settimane nelle location dei quartieri centrali di Tokyo quali Shibuya, Minato, Roppongi, nei pressi del Santuario Meiji nel parco Yoyogi, e infine sull’isola di Odaiba dominata da una replica della Statua della Libertà e dall’avveniristica sede della Fuji Film progettata da Kenzo Tange che hanno fornito l’imponente scenografia alla sequenza del cliffhanger finale.

Per “EDOnism”, una sorta di colossal “low budget” ispirato tra gli altri da anime giapponesi come “Akira” e “Ghost in the shell”, e al quale ha preso parte un cast di attori e comparse provenienti da Giappone, USA, Inghilterra, Australia, Svezia e Svizzera, Fantini ha anche creato tre locandine dipinte e disegnate a mano, realizzato lo storyboard, una sequenza animata, composto la colonna sonora originale e interpretato il ruolo di un agente infiltrato.

Friday, November 3, 2017

Perchè scrivere ancora romanzi nel 2017?



 Perchè scrivere ancora romanzi nel 2017?



Perché scrivere un romanzo nel 2017?

In un’epoca di consumo compulsivo di frammenti di video e testi, forse quella del romanzo resta la forma espressiva, insieme ai serial tv, in grado di convincere una persona ad immergersi per più ore di fila in un flusso spaziotemporale di pura fantasia, invitandola a contribuire all‘evocazione di un mondo narrativo ed emotivo che non svilisca ma esalti la sua immaginazione e la sua sensibilità. Trovo che la sua articolata irrealtà sia un ottimo antidoto alla caotica pseudo-realtà della rete.

A cosa allude il titolo “Balia Bufera”?

Ancor prima di cominciare a scrivere avevo in mente un paio di titoli che alludevano alla neve, al tema della prima infanzia e alle tormente. Dopo aver scritto il primo capitolo e aver definito con esattezza l’intreccio, mi resi conto che la personificazione della Bufera assimilata ad una balia che nutre e protegge una nuova vita esplicava in due parole, in senso tanto metaforico quanto letterale, i concetti su cui ruotava l’intera vicenda.


Chi sono i protagonisti del romanzo?

La storia viene narrata in prima persona da Patrizio, ventenne insicuro cresciuto dagli zii materni dall’età di tre anni, quando la madre decise di rifarsi una famiglia all’estero, traumatizzata dalla fuga del padre avvenuta pochi mesi prima della sua nascita. Patrizio non ha mai creduto fino in fondo alla versione dello zio Leonida, a detta del quale il padre si era sottratto alle sue responsabilità di genitore, mentre la madre s’era già invaghita di un altro quand’era incinta. Privo di punti di riferimento e di veri amici, una volta diplomato Patrizio s’illude di poter cambiare vita iscrivendosi ad un corso di ingegneria informatica. Ma l’impossibilità di pagarsi gli studi lo spinge quasi per caso ad unirsi a Tonio e Fabiano, due giovani ladruncoli per i cui furti si presterà a fare da palo nella convinzione di racimolare i fondi necessari a finanziare il corso. Il brivido della vita criminale lo porterà tuttavia a perdere il contatto con la realtà. Così Patrizio prenderà coscienza della sua alienazione solo al momento di finire in carcere e in seguito in una casa famiglia isolata su un altipiano. Un luogo reso ancor più misterioso dalla vicinanza a Monte Crura, un borgo all’apparenza disabitato dove incontrerà una ragazza a sua volta confinata in una prigione fisica e mentale.

Si tratta di un thriller, un fantasy, o di una favola per adulti?

Non inizio mai a scrivere cercando di restare dentro il recinto di un genere o pensando all’età ideale dei lettori. Di solito pianifico un romanzo solo quando ho raccolto una serie di immagini e di idee dalla cui associazione sia possibile ricavare un’atmosfera e una tensione tali da tenermi incollato alla tastiera alla stessa maniera in cui sono convinto il lettore possa restare catturato dal libro finito.

Chi sono gli autori e i luoghi che hanno influenzato il romanzo?




Oltre ai ricordi d’infanzia dell’altipiano innevato di Quarto Santa Chiara in Abruzzo, le prime immagini che mi hanno spronato a scrivere “Balia Bufera” sono state le illustrazioni dell’olandese Rien Poortvliet, l’autore della celebre serie di libri sugli Gnomi. Ho sempre pensato che quelle visioni potessero esprimere una qualità drammatica e fatidica se calati in un contesto realistico e familiare come quello dell’inverno dell’appennino abruzzese, e ancor di più se sovrapposti alle suggestioni dei racconti di un autore gotico come Arthur Machen, il cui racconto “il popolo Bianco” ha rappresentato un importante fonte d’ispirazione per il romanzo.

La storia di Balia Bufera è limitata alla forma letteraria?

La storia di Patrizio, della casa famiglia di Santa Pelva, di Monte Crura e dei suoi enigmatici abitanti è l’estuario finale di un ampio numero di affluenti visivi e letterari, quindi non è affatto escluso che possa estendersi o proseguire in altri codici artistici, primo tra tutti quello cinematografico. In simultanea alla scrittura del romanzo ho infatti realizzato una sceneggiatura ideata in funzione delle locations di Pescostanzo e dell’altipiano di Quarto Santa Chiara, un metodo che mi ha permesso sia di consolidare il realismo del romanzo che di porre le basi per una seconda vita dell’opera. Che è poi uno dei significati nascosti nel titolo e nella trama del romanzo. Perché ad ognuno spetta una seconda opportunità dopo esser stati in balìa della bufera.