Sunday, December 1, 2019

AFAN legge Balia Bufera


AFan legge BALIA BUFERA 

Estratto del Capitolo III 

 

Versione paperback: http://www.lulu.com/…/balia…/paperback/product-23941357.html 

Versione ebook: http://www.lulu.com/…/balia-buf…/ebook/product-23941388.html

 

 

Tuesday, November 19, 2019

MALORDA presenta il SELVA NERA III


    


 Anche il Dr. Malorda legge dell'ineluttabile avvento del Selva Nera Fantastic Film Festival nel proemio del suo poema preferito "cui posero mano cielo e terra" (con lo zampino dell'irsuto Renè).

Ritorna a Selvazzano Dentro il Selva Nera Fantastic Film Festival 2019, prima kermesse internazionale dedicato al cinema fantastico e di genere organizzato in Veneto: tutti i dettagli della prossima edizione che si svolgerà dal 22 al 24 novembre nella cittadina alle porte di Padova, presso l’Associazione Mica Male su https://www.selvanerafilmfestival.it

 

Friday, November 15, 2019

EmPathmos o dell'insaziabile smarrimento



EmPathmos: https://www.deezer.com/en/album/96227212

"Colui che cerca, finisce facilmente per perdersi: ogni solitudine è una colpa" così parla il gregge.
Ma la ricerca dell'autore del libro dell'EmPath a cui allude il mio ultimo album, è proprio quella che passa attraverso la condivisione di quante più solitudini possibili. In tal modo anche al gregge di cui parlava lo Zarathustra di Nietzsche è dato di riscattarsi nell'insaziabile smarrimento del reciproco sentire. Un sentire di cui Stefano Gambetta, visual artist e musicologo di Torino, ha voluto rendermi a sua volta partecipe dopo l'ascolto dell'album con la "sentita" recensione che ho il piacere di pubblicare in questo post.
Perchè se l'artista è sempre irrimediabilmente solo nell'atto creativo, è perchè segretamente sa che le sue opere più oneste accomuneranno tutti coloro che in un'intera esistenza non potrà mai conoscere o sentire.

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Interessantissimo lavoro di Alessandro Fantini, eclèttico artista forse meglio conosciuto come AFAN. Particolarmente complesso nella struttura e nella composizione, EmPathmos è un percorso in nove tappe nell’esplorazione di quello stato di paralisi vissuto quotidianamente da chi ancora conserva ancora la capacità di sentire, cercando un contatto personale sistematicamente rifiutato e rinnegato.

Il risultato, fin dal primo ascolto, è impressionante. Tra intricate — eppur sublimate — tessiture strumentali, che riportano alla memoria echi di Maestri indiscussi quali Vangelis e Jean-Michel Jarre, il nostro eroe — l’empath, per l’appunto — si ritrova costantemente in esilio — come Giovanni Evangelista e Teologo sull’isola di Pathmos — e condannato ad un perenne naufragio. Si parla di errare senza trovare approdo, ma forse è questa una chiave di lettura: la bellezza dell’arte non si basa su dogmi o su giudizi precostituiti, ma nella costante ricerca della verità, anche attraverso l’analisi della realtà circostante (Mimetikos).

Ricorrente è l’immagine del gelo, antartico, potente metafora deleteria dell’assenza — di calore, di vita — e della sconfitta (Icy Shipwrecks). Nel suo perenne incagliarsi tra insormontabili distese di ghiaccio, l’empath riesce a percepire e conservare un calore nascosto in profondità che lo porta a sentirsi e ad agire come un solitario rompighiaccio (Lone Icebreaker). Sconfitta o vittoria? La vera arte non consiste nel dire tutto, ma nel far pensare.

Stiamo però parlando di dualismo tra τέχνη (arte) e ἀποκάλυψις (rivelazione): «L’arte è sempre e senza tregua dominata da due cose. Essa riflette instancabilmente sulla morte e crea così, instancabilmente, la vita. La grande, la vera arte è quella che si chiama Apocalisse di San Giovanni e quella che vi aggiunge qualcosa.» (B. Pasternak).


Saturday, September 21, 2019

MALORDA 8 - Alea alea





MALORDA 8 - Alea alea 

 

Stavolta un vendicativo cliente dalle credenziali insospettabili cercherà di impedire al dottore di prendersi gioco di lui per poterlo affrontare ad armi pari. Ma scoprirà a sue spese che quello messo in "tavola" dallo Studio Malorda non è mai stato davvero soltanto un "gioco".

 

 Scritto, intepretato, diretto, montato e prodotto da AFAN Alessandro Fantini. 

Citazioni da Blaise Cendrars, Jean-Paul Sartre, Gabriele D'Annunzio e H.P. Lovecraft.

Monday, September 9, 2019

Di rabbia ridente e di risa rabbiose: Joker a Venezia

 E alla fine anche il tanto vituperato quanto remunerativo cinefumetto è riuscito a domare il grande felide della laguna. Armato della sua disperata sirena ridanciana, il Joker di Phoenix pietrifica e ammalia il pubblico di Venezia paludando le sue radici fumettistiche con gli stilemi di uno psichotriller scorsesiano. Motivo per il quale non andrebbe definito un cinecomic "strictu sensu", ma un "character study" che seduce la critica e convince la giuria a premiarlo in larga parte in virtù del virtuosismo attoriale col quale Phoenix (svincolandosi dai limiti del medium cinematografico) lo eleva a saggio umanistico. E questo nonostante l'ultimo Joker filologicamente attendibile e fedele al personaggio creato da Kane, Finger e Robinson resti quello di Ledger: privato della sua nemesi speculare (Batman) e calato in una cinica quotidianità alla "Taxi Driver" la vicenda umana del Joker appare infatti svuotata della carica istrionicamente irrazionale e nichilista che lo ha reso il più enigmatico e complesso tra tutti i villain fumettistici. Al netto del meritato premio alla performance di Phoenix, vanno quindi comprese le ragioni di chi biasima il fatto che un film su un comico fallito convertitosi al crimine per colpa di una società anempatica, venga fatto passare per un'opera sulle origini del nemico del cavaliere oscuro (che nemmeno il capolavoro di Alan Moore "The Killing joke" a cui il film si ispira aveva in realtà chiarito in maniera definitiva). Ciononostante, essendo una sorta di moderna maschera teatrale, quella di Joker è per sua natura predestinata a questa come ad altre molteplici riletture artistico-antropologiche.Perchè forse mai come oggi il suo sorriso deforme fa da specchio al rictus rancoroso di tempi grondanti cieca e tragicomica rabbia.


AFAN Alessandro Fantini (09/09/2019

Wednesday, August 14, 2019

Tutti gli incipit di AFAN


 

 Tutti gli Incipit dei romanzi di AFan Alessandro Fantini​ interpretati dall'autore

- Terzo Testamento
http://www.lulu.com/shop/alessandro-fantini/terzo-testamento/paperback/product-4061625.html

- Endometria
http://www.lulu.com/shop/alessandro-fantini/endometria/paperback/product-20227405.html

- Cavalli marini sotto sclerotica
http://www.lulu.com/shop/alessandro-fantini/cavalli-marini-sotto-sclerotica/paperback/product-22108787.html

- Piercing d'autunno
http://www.lulu.com/shop/alessandro-fantini/piercing-dautunno/paperback/product-21635852.html

- Nell'Alba dell'Estuario
http://www.lulu.com/shop/alessandro-fantini/nellalba-dellestuario/paperback/product-22405585.html

- Balia Bufera
http://www.lulu.com/shop/alessandro-fantini/balia-bufera/paperback/product-23941357.html

Saturday, August 10, 2019

DRAW IN al SELVA NERA 2019

 

Per il terzo anno consecutivo una mia opera cinematografica è stata selezionata dal Selva Nera Film Festival di Padova. Dopo "EDOnism" e "Malorda" è la volta di "Draw in", psico-thriller rurale girato alla fine dell'estate 2018 in regime di autoproduzione multimedianica, in concorso nella sezione corti.
Poche settimane fa, nelle vicinanze della stessa location, in rappresentanza dell'Italia ho girato anche il segmento di un ambizioso docu-film internazionale collettivo ideato e montato da un giovane filmmaker di Rabat che vedrà la luce entro settembre.
A dimostrazione che anche nell'angolo più remoto della campagna profonda non è possibile scampare alle multiformi profondità dell'Ego.

Saturday, May 25, 2019

AFANzine - Blade Runner

BLADE RUNNER 

Bagliori di umanità nella notte del futuro 

 

Scritto, montato e prodotto da AFAN Alessandro Fantini 

Musiche ispirate alla colonna sonora di VANGELIS composte da AFAN Alessandro Fantini

 



 In un 2019 tecnologicamente diverso da quello immaginato da Ridley Scott e Philip K. Dick, AFAN analizza quello descritto dal film che nell'82 fu in grado a suo modo di profetizzare la perdita d'empatia e la solitudine di replicanti iperconnessi in questo futuro corrente.

Thursday, May 9, 2019

EmPathmos - il nuovo album di AFAN


 

"Oggigiorno l'empatia sta diventando una dote sempre più rara ed in via d'estinzione. Come Giovanni l'Evangelista trascrisse nel libro dell'Apocalisse la rivelazione ricevuta in una grotta mentre si trovava in esilio sull'isola di Patmo, così nella sterminata isola della solitudine online ho trovato l'ispirazione per comporre un album sulla natura "apocalittica" del "reciproco sentire".


La rivelazione suprema giungerà quando gli umani torneranno a SENTIRE. Allora il libro degli "Empath" avrà inizio con la brezza di un eterno schiocco".

 



Composto, eseguito, registrato, mixato e prodotto da

 AFAN Alessandro Fantini
Testi, voce ed effetti sonori di 

AFAN Alessandro Fantini

 


Thursday, May 2, 2019

Leonardo ovvero la più acida delle sequenze


Per quanto trovi ingeneroso stabilire delle gerarchie in ambito artistico, non esiterei a mettere al vertice del mio "pantheon” l’intero scibile umano e artistico di Leonardo da Vinci.

 Indelebile è il ricordo di quell'enorme volume dedicato alla sua opera ricevuto in un Natale dell'86, custodito ancora gelosamente tra le miriadi di monografie della mia libreria. A impressionarmi subito non furono tanto i dipinti, i disegni o i codici fittamente vergati con la grafia speculare, ma lo sforzo sovrumano, in larga parte disatteso, che Leonardo aveva compiuto lungo tutto l’arco della sua vita nel tracciare una sua intima cosmogonia che lo stato di abbozzo di molte delle sue visioni più ambiziose rendeva ancora più eroico e romantico. 

 

In seguito, fui affascinato da come quel senso di sublime incompiutezza, che trovava una mirabile rappresentazione nell’uso del chiaroscuro, affondasse le radici nel vissuto autobiografico, riverberandosi nell’enigma che circondava la sua identità sessuale. Fu soprattutto nei capricci morfologici dei suoi disegni di tempeste, sezioni anatomiche, battaglie e caricature che individuai il germe di quella che sarebbe diventata la mia passione per le fantasticherie grafiche e le invenzioni visive così familiari anche alla pittura di Hieronymus Bosch, Pieter Bruegel e William Kurelek. Nello stesso periodo ritrovai quell’arguzia calligrafica e maestria coloristica nelle illustrazioni impregnate di realismo fiabesco dedicate alla vita degli Gnomi dell’olandese Rien Poortvliet, artista che andrebbe annoverato tra i più grandi figurativi del ventesimo secolo. Fu lungo questo sentiero che raggiunsi infine il regno di feticci freudiani, iperrealismo delirante e compressioni atmosferiche di Salvador Dalì, a sua volta galvanizzato da Leonardo e Bosch nella gestazione della sua cifra stilistica. Una catena desossiribonucleica di cui Leonardo resterà sempre la prima e più irreplicabile "sequenza".

Saturday, April 13, 2019

AFANzine - Philip K. Dick



AFANzine - Philip K. Dick

 Memorie elettriche di una mente ubiqua 

 In questa puntata AFAN delinea un rapido affresco della vita e della prolifica produzione letteraria di Philip K. Dick, scrittore americano che con le sue storie di realtà illusorie e personalità dualistiche vaticinò il caos percettivo del ventunesimo secolo.

 Tra video-magazine e documentario, programma divulgativo e videoarte, in questa serie pensata e realizzata per il web, l'artista multimedianico AFAN Alessandro Fantini passa in rassegna nel suo atelier le correnti e gli artisti che hanno contribuito negli anni alla sua formazione estetica, influendo sulla maturazione del suo personale approccio multiforme alla creatività.

Thursday, March 7, 2019

Testimonianze di un mito

In occasione del ventennale della morte di Stanley Kubrick, pubblico per la prima volta nella sua interezza l'articolo che scrissi per il quotidiano "Abruzzo Oggi" all'indomani del mio incontro con la consorte Christiane e il cognato produttore Jan Harlan, avvenuto nella cornice della mostra convegno sul cineasta newyorkese tenuta a Pescara tra il settembre e l'ottobre 2005. 



L’occasione è quanto mai solenne e irripetibile. Da tempo saturata dalle ricorrenze michettiane, tostiane e dannunziane, Pescara ospita per la prima volta un evento artistico e commemorativo di spessore internazionale che va ben oltre il semplice allestimento di cimeli, proiezioni e gadgets di scena.  

Christiane Kubrick, Jan Harlan, Emilio d’Alessandro, coloro che più di ogni altro al mondo sono stati per vari decenni compagni di vita, consulenti, assistenti del più autorevole e imprescindibile demiurgo della settima arte, al secolo Stanley Kubrick, morto nel marzo del 1999, hanno offerto il loro prezioso contributo in termini di affabilità e di magnanimità concedendosi alle domande degli ammiratori e dei promotori della rassegna, i rappresentanti dell’associazione kubrickiana “Overlook” di Pescara. Il convegno tenuto lunedì sera nell’auditorium Petruzzi del Museo delle Genti d’Abruzzo ha chiuso in crescendo il ciclo degli incontri inaugurato sabato sera con la testimonianza resa da Emilio d’Alessandro, l’autista nativo di Cassino che nel 1970 divenne casualmente il “factotum” del regista dopo aver trasportato la gigantesca scultura fallica usata nella scenografia di “Arancia Meccanica”. 

 

Alessandro Fantini consegna il suo ritratto di Stanley Kubrick a Christiane.

 

“Avrei dovuto guidare la sua macchina” racconta d’Alessandro “una bellissima Mercedes bianca. Auto così ne avevo viste solo al cinema e rimasi impressionato tanto era lussuosa. Ho notato, però, che non era decapottabile, e gli ho chiesto il perché. Mi rispose che aveva un incubo ricorrente: avere un incidente, con la macchina che si ribaltava e lui che moriva per colpa della mancanza della capote!". Fobie a parte, nel corso degli anni il progressivo diradarsi delle sue apparizioni pubbliche e delle sue interviste ha offerto il fianco alle più bislacche e a volta ingiuriose congetture sulle sue manie ed i suoi empiti di megalomania, tanto che la moglie Christiane ha deciso di affrontare questa nuova fase della sua esistenza con l’intento di farsi portavoce della vera natura umana del marito. “Non mi piace quello che è stato scritto su mio marito” afferma Cristiane durante la conferenza di lunedì sera tenuta insieme al fratello Jan Harlan, cognato e produttore esecutivo del marito nonché regista di “Life in Pictures”, struggente documentario sulla vita e l’opera di Kubrick “Non ritengo del tutto veritiera la biografia di John Baxter, né quello che ha scritto Frederic Raphael (co-sceneggiatore di “Eyes Wide Shut” che ha pubblicato un resoconto del suo rapporto di lavoro col regista senza il beneplacito della famiglia n.d.r.). Apprezzo il libro di Michel Ciment, ma devo dire che mi è piaciuto molto anche Michael Herr (co-sceneggiatore di “Full Metal Jacket” n.d.r.)”. 

 Che parlare della sfera privata e dei segreti alchemici che si celano dietro i suoi capolavori sia comunque impresa ardua quando si tratta di un maestro del calibro di Kubrick, sta a dimostrarlo anche la discrezione e la dignitosa fermezza con la quale Christiane glissa alcune domande pruriginose. A chi dal pubblico le chiede se nei suoi film sia presente una tematica costante che possa far pensare ad una sublimazione del suo rapporto conflittuale col padre e se egli seguisse un criterio numerologico o cabalistico, Christiane risponde forbita che non le basterebbe una vita intera per spiegare se il marito intendesse esprimere questo concetto o quant’altro con i suoi film. E a chi, con tono un po’ naif, si sbilancia a chiedere se Kubrick credesse in Dio o temesse la morte, Christiane non esita a rispondere che “2001: Odissea nello spazio” contiene già in sé la risposta a tutti questi interrogativi. Opera in seguito definita la prima “space-opera” ad aver precorso la fantascienza cinematografica attuale senza rispettare tuttavia quelli che ne sarebbero stati i canoni tradizionali, nelle parole dello stesso Kubrick doveva essere in realtà “un esperienza non verbale (..) un tentativo di comunicare con il subcosciente e con le sensazioni piuttosto che con l’intelletto”. L’incontro con i Kubrick non fa altro che ribadire in maniera ancora più stimolante questo assunto di fondo: la potenza stessa delle immagini orchestrate da Kubrick sono tali da imporre il silenzio e la riverenza che si devono a quelle opere che traggono la loro ragion d’essere fuori dal tempo e dalla società in cui sono state concepite, fino ad acquisire l’universalità sovrumana di una scultura del Bernini o di Michelangelo. Ma non sempre i progetti del regista sono andati in porto. Jan Harlan racconta che Kubrick aveva già preparato tutto il materiale necessario per girare il suo Napoleone in Romania nel 1968, poco dopo la lavorazione di 2001, e che credeva fermamente nella sua validità artistica, salvo poi dover tornare sui propri passi per il brusco dietro-front della MGM che era rimasta atterrita dal fiasco ai botteghini del film “Waterloo” di Sergej Fëdorovič Bondarčuk. 

Legato a doppio filo al proprio entourage familiare, in senso professionale e affettivo, spesso Kubrick attingeva al loro supporto per decidere ad esempio le musiche da inserire nelle colonne sonore. Christiane, da quarant’anni pittrice affermata, rivela che era sua abitudine dipingere ascoltando la radio e che per puro caso rimase a tal punto affascinata dai cori cosmici e oscuri di Gyorgy Ligeti, da decidere di acquistarne la cassetta che finì così con l’attrarre l’attenzione del marito che la usò brillantemente nelle sequenze di 2001. Lo stesso figlio di Jan e nipote di Christiane, Manuel Harlan, avrebbe poi interpretato al piano la famosa “Musica ricercata II” di Ligeti in “Eyes Wide Shut”.
Come quella di Napoleone, la storia prometeica di Kubrick nasconde in controluce quella un essere umano pervaso dagli stessi dubbi e dagli stessi desideri che attanagliano da secoli l’intera umanità, impressi nel marmo perenne nella propria opera, artistica o esistenziale essa sia.
La rassegna, nelle cui sale espositive espone alcuni evocativi costumi di scena come la cappa di Tom Cruise e la giacca rossa di Jack Nicholson oltre agli inestimabili appunti di scena vergati dalla mano del regista, proseguirà questa sera con le proiezioni nell’auditorium del film “Shining” alle ore 21:30 e del “Making of Shining” alle 23:30 girato dalla figlia Vivian Kubrick.

Alessandro Fantini, 11 ottobre 2005