Le notti alla Masseria Verla
AFan Alessandro Fantini
Le notti alla Masseria Verla (2018)
"A qualcuno la vecchia masseria Verla potrebbe ancora offrire riparo per le lunghe notti della Merla".
Un mattino di fine gennaio nella cassetta della posta Piero Voldari trova una busta contenente una chiave di ferro e un messaggio sibillino, scritto nella calligrafia del fratello Livio. Poco dopo una notizia inaspettata lo convincerà a tornare in un luogo dell'infanzia che aveva pensato d'aver sepolto per sempre sotto i decenni di una vita trascorsa schivando sentimenti e ricordi.
Quando spalancò il cancello fece di tutto per convincersi che il lamento
metallico dei cardini non fosse reale. Solo il rigurgito sonoro di un
istante sepolto nella memoria. Poi in un lampo ricordò. Quel raglio
apparteneva alle sere d'inverno in cui andava a trovare i nonni. Sere di
almeno quaranta anni prima. Era da molto che non tornava a quel periodo
così confuso della vita. Nell'intervallo di silenzio che separò
l'apertura dalla chiusura sentì sprofondare distese di apprensione.
Sarebbe stato più naturale provare quell'ansia se fosse stato ancora un
glabro nanetto che attraverso il cancello fissava tremando il bagliore
polveroso delle finestre. Anche se in effetti era proprio così che s'era
sentito, quando nella cassetta della posta aveva trovato la lettera che
suo fratello gli aveva scritto il giorno prima che lo trovassero senza
pulsazioni, sdraiato su una sedia a dondolo, le spalle rivolte ad uno
scaffale da cui erano cadute pile di libri contabili.
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