In occasione del ventennale della morte di Stanley Kubrick, pubblico per la prima volta nella sua interezza l'articolo che scrissi per il quotidiano "Abruzzo Oggi" all'indomani del mio incontro con la consorte Christiane e il cognato produttore Jan Harlan, avvenuto nella cornice della mostra convegno sul cineasta newyorkese tenuta a Pescara tra il settembre e l'ottobre 2005.
L’occasione è quanto mai solenne e irripetibile. Da tempo saturata dalle ricorrenze michettiane, tostiane e dannunziane, Pescara ospita per la prima volta un evento artistico e commemorativo di spessore internazionale che va ben oltre il semplice allestimento di cimeli, proiezioni e gadgets di scena.
Christiane Kubrick, Jan Harlan, Emilio d’Alessandro, coloro che più di ogni altro al mondo sono stati per vari decenni compagni di vita, consulenti, assistenti del più autorevole e imprescindibile demiurgo della settima arte, al secolo Stanley Kubrick, morto nel marzo del 1999, hanno offerto il loro prezioso contributo in termini di affabilità e di magnanimità concedendosi alle domande degli ammiratori e dei promotori della rassegna, i rappresentanti dell’associazione kubrickiana “Overlook” di Pescara. Il convegno tenuto lunedì sera nell’auditorium Petruzzi del Museo delle Genti d’Abruzzo ha chiuso in crescendo il ciclo degli incontri inaugurato sabato sera con la testimonianza resa da Emilio d’Alessandro, l’autista nativo di Cassino che nel 1970 divenne casualmente il “factotum” del regista dopo aver trasportato la gigantesca scultura fallica usata nella scenografia di “Arancia Meccanica”.
Alessandro Fantini consegna il suo ritratto di Stanley Kubrick a Christiane. |
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