Thursday, March 12, 2020

Il vaccino di Omero

In questi giorni molti volti più o meno noti (egovideomaniaci, star, vip o influencer che siano) stanno diffondendo appelli a resistere alla compulsione a girovagare come felini in fregola e a starsene in casa per dedicarsi ad attività culturali o ricreative quali leggere libri, guardare film, scrivere, dipingere o intrattenersi con giochi da tavolo. Per quanto assolutamente condivisibili, tali messaggi sottintendono il fatto che quelle che (almeno per il sottoscritto) dovrebbero essere attività quotidiane essenziali alla buona salute dello spirito (e alla sopravvivenza mentale), per la maggioranza sono solo dei placebo a cui ricorrere in via eccezionale in caso di disastri pre-apocalittici. Non sorprende dunque che quella stessa collettività che tratta l'arte, la cultura e la solitudine creativa alla stregua di evitabili psicopatologie o vezzi nobiliari da dinastie d'arte o cerchie di eletti (reputando mille volte più vitale continuare a sferrare calci ad una sfera o avvitare bulloni in fabbriche affollate), stia letteralmente perdendo il senso della realtà sociale e della convivenza civile, abbandonandosi a comportamenti al limite della paranoia virale.
Suonerà sconvolgente, ma se occorreranno ancora mesi prima che venga trovato il vaccino contro il COVID 19, quello contro l'ostruzione delle vie "pensatorie" è già disponibile dai tempi di Omero.

P.S. Alla luce di altri eventi da TSO come la ressa in un centro commerciale di Montesilvano per assistere alla presentazione del disco di una tipa che ha il merito d'aver agitato in tv il paraurti finanziato dai capitali di famiglia, mi rendo conto di essere stato fin troppo eufemistico.

 

 


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