Sunday, December 5, 2021

L'era del Commodore bianco (panna) -1

 

Il primo (per quanto ultimo, mi si passi il gioco semantico) "Last Ninja " rappresenta la "madeleine proustiana" della mia personale era commodoriana (e nella fattispecie dell'estate '88, mitizzata dalla magia delle avventure alla "Stand by me" vissute con gli amici tra cabinati, pedalate agresti e giochi di ruolo). I pomeriggi, e spesso il primo mattino, quando al risveglio al tintinnare della tazza della colazione preferivo il ronzio del datasette collegato al mio totemico C64, erano puntualmente consacrati alle teste rotolanti di Barbarian e agli harakiri dei nemici di Armakuni. Spuntato dalla sontuosa scatola di "The in crowd" confezionata dalla "Ocean" e ricevuta come souvenir a sorpresa dallo zio di ritorno dai lidi d'Albione, rimase a lungo il gioco più punitivo e "consumato" di tutti quelli collezionati prima e dopo il pensionamento del biscottone (una specie di "soulslike ante litteram"), adorato più per le sue qualità evocative e per il suo "quid" enigmatico che per il "gameplay" vero e proprio. Epocale rimase il momento in cui, dopo settimane di tormentosi "backtracking" tra le paludi e i torrenti del primo livello, riuscii a centrare il dragone con la bomba soporifera e potei gustare per la prima volta la schermata del livello successivo. Quando la scritta "The Wilderness" apparve sulle note misteriche di Ben Daglish, tutto fu perdonato e da allora l'ostinazione atemporale degli occhi di Armakuni mi hanno seguito fino al 2010, quando atterrai nella terra degli Shogun e omaggiai quello sguardo nelle iridi che si spalancano sui grattacieli di Tokyo nel primo teaser del mio lungometraggio "EDOnism". Alla fine, per quanto solo simbolicamente, avevo vendicato il clan dei ricordi della mia ultima estate d'infanzia.

 Visualizza immagine di origine

No comments:

Post a Comment