Thursday, July 23, 2020

Eros, Arte, LinkedIn e codeina


 

Talvolta per il web l'Arte e il corpo femminile possono rappresentare un sodalizio più pericoloso ed offensivo dell'incitamento all'odio, di un insulto razzista o di un atto di cyberbullismo. E' quel che ho appreso a mie spese quest'oggi quando, dopo aver postato questo dipinto nel feed di LinkedIn, mi sono visto sospendere l'account senza alcuna spiegazione. Una volta riattivato il profilo grazie all'invio della documentazione necessaria a dimostrare la mia identità, lo staff del sito mi ha informato che il contenuto dei miei ultimi post non rispettava le condizioni d'uso della piattaforma. Subito dopo, scorrendo i post di altri utenti con foto e video di donne discinte e pose ammiccanti, talune in topless davanti a cascate edeniche, sono stato sopraffatto da un dubbio. Che il nuovo algoritmo, divenuto più bigotto e ipocrita dei suoi programmatori, abbia cominciato a considerare la rappresentazione artistica della femminilità alla stregua di spam, fishing e clickbait. Ormai manca poco perchè Botticelli, Courbet, Rubens, Ingres, Klimt, Delvaux e Balthus vengano messi al bando in quanto spregevoli spacciatori di codeina visiva.

 



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