Friday, August 12, 2016

"ROMA ELECTRONICA" - La goccia, la musica e la morte

Alla fine degli anni '80, quando mio fratello Nicola di sera m'invitava ad accompagnarlo in errabondi viaggi in macchina, nello stereo girava sempre un nastro misterioso sul quale aveva trasferito le tracce di un lp comparso magicamente tra la nuova collezione di vinili di mio fratello Giampiero. "Ecco, arriva il pezzo della goccia!" mi sussurrava mio fratello con aria sardonica, alzando il volume e inondando la vettura di quel ticchettio echeggiante che sembrava provenire da una caverna scavata nell'Ayers Rock. Subito dopo una sensuale voce femminile scandiva parole incomprensibili, mentre sullo sfondo un bambino rideva e una creatura aliena gorgheggiava litanie ultraterrene. "Ma dimmi un pò..." ripeteva mio fratello ridacchiando, sostenendo che quelle fossero le prime parole prounciate dalla cantante che in seguito scoprii essere Laurie Anderson nel brano "Diva" composto da un famoso musicista francese https://youtu.be/mrb7x1nDxvw. "Questo è Jarre!" mi diceva quando il pezzo dopo 3 minuti trascolorava in un brano fantatribale. Presi così l'abitudine di trovare le scuse più improbabili per saltare in macchina con lui dopo cena, e ascoltare per intero quel nastro che traduceva in suoni pittorici i viaggi compiuti nell'esoterica semioscurità della strada. Due giorni prima che mio fratello morisse sono riuscito ad incontrare Jarre di persona, durante il soundcheck dell'unico concerto Italiano tenuto a Roma. Dopo averlo intervistato per il magazine OndaRock, sono finalmente riuscito a consegnargli l'artbook contenente alcuni dei miei dipinti ispirati dalla sua musica. Quando gli ho menzionato l'origine della mia passione per la sua musica e la malattia di mio fratello, Jarre si è rabbuiato in volto e mi ha chiesto qual era il suo nome. "Nicolino" ho risposto.


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